VIVERE LA PASQUA
LA VIA DELL’OBBEDIENZA E DELLA CROCE PER GIUNGERE ALLA RISURREZIONE.
Cari fratelli e sorelle, cari Amici della Croce,
siamo ormai giunti alla conclusione del tempo quaresimale e fra pochi giorni, con gioia, celebreremo la Pasqua del Signore.
L’indicazione che mi sono sentito di offrirvi, in occasione di questa quaresima era quella di viverla all’insegna del digiuno dall’ingiustizia, che si sarebbe dovuto tradurre concretamente nell’offerta a Dio della decima del tempo e della decima dei profitti.
Ci siete riusciti?
Spero di cuore che, con l’aiuto di Dio ci siate riusciti, almeno parzialmente!
Avrete così capitalizzato qualcosa di buono da offrire al Signore, in occasione della S. Pasqua.
In fin dei conti, il tempo della quaresima è essenzialmente tempo di conversione e, qualcosa, anche poco, deve pur cambiare in meglio nella nostra vita.
C’è una verità che mi sta particolarmente a cuore e che vorrei condividere con voi, in occasione di questa S. Pasqua.
Nella Pasqua, noi celebriamo la vittoria di Cristo sulla morte attraverso la sua gloriosa risurrezione. Ma dal momento che Gesù, oltre ad essere vero Dio è anche vero uomo, si tratta di celebrare anche la vittoria dell’umanità sulla morte, in virtù dell’opera redentrice di Cristo.
Attraverso la grazia battesimale, noi tutti siamo stati inseriti nel mistero pasquale di Cristo, resi partecipi della sua morte, per essere partecipi della sua risurrezione.
Ora vorrei cercare di rispondere a due domande di fondamentale importanza.
La prima riguarda la persona di Cristo: come lui ci ha procurato la salvezza, attraverso quale serie di passaggi ci ha ottenuto questo dono?
La seconda è: quale atteggiamento è richiesto dall’uomo, da ciascuno di noi, per beneficiare di questo dono?
Le risposte a queste due domande le possiamo attingere dalla lettera agli Ebrei cap. 5 vv. 7-9.:
“Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”.
Gesù ci procura la salvezza attraverso la sua incondizionata obbedienza al Padre, attraverso l’offerta della sua vita in sacrificio di espiazione per la salvezza del mondo.
L’obbedienza di Cristo è contemporaneamente espressione del suo infinito amore nei confronti del Padre e nei confronti degli uomini, di un amore che comporta l’accettazione della sofferenza e della morte, quale prezzo della redenzione.
“Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Gv 15.13.
Quindi, l’obbedienza di Cristo, che comporta l’accettazione della sofferenza, è causa di salvezza eterna nei confronti degli uomini.
Costoro, però, per beneficiare di questo dono, necessitano di riconoscere in Cristo il Figlio di Dio ed il Salvatore del mondo, necessitano di una fede che non si limita ad una pura adesione intellettuale alla verità rivelata, ma che si deve tradurre, attraverso l’obbedienza, in una vita filiale sul piano teologale. Una vita di piena adesione alla volontà del Padre, conformata alla vita di Gesù.
Ciò significa che, da parte di Cristo, l’obbedienza è causa di salvezza, da parte degli uomini l’obbedienza è condizione per beneficiare della salvezza.
Se la celebrazione della Pasqua si riduce soltanto a ricordare il mistero della Passione, Morte e Risurrezione del Signore, questo non diventa sorgente di salvezza.
La celebrazione deve offrirci l’occasione di VIVERE LA PASQUA e vivere la Pasqua significa entrare, con tutti noi stessi, nel mistero dell’obbedienza di Cristo al Padre; significa offrirci con lui al Padre, per la salvezza del mondo; significa accettare di entrare nel mistero della Croce per la salvezza nostra e dell’umanità.
Gesù ha vinto il Maligno nell’orto del Getsemani, quando, rinunciando alla propria volontà che in quel contesto era espressa in forma di preghiera: “Padre, se possibile, allontana da me questo calice”, ha sottomesso la sua volontà alla volontà del Padre: “ma non la mia, ma la tua volontà sia fatta”.
Cari fratelli e sorelle,
teniamo costantemente presenti queste parole di Gesù, facendole nostre, particolarmente nei momenti in cui la sofferenza e la tentazione si possono avvertire più intense.
Con questo atto di obbedienza totale alla volontà del Padre, noi siamo associati alla vittoria di Cristo sul male, siamo resi partecipi della Pasqua del Signore.
È questo l’augurio che vi rivolgo dal più profondo del cuore, unitamente alla mia benedizione.
P. Felice Traversa m. d.
A tutti coloro che potrebbero presenziare, ricordo giovedì 5 Aprile alle ore 17.00, la solenne celebrazione della S. Messa della Cena del Signore presso l’Eremo di S. Alberto, durante la quale viene offerta a tutti i partecipanti, la possibilità di fruire della grazia di conversione, guarigione e liberazione, comunicata attraverso il rito della lavanda dei piedi.
Questo comporta che la celebrazione avrà una durata proporzionata al numero dei partecipanti, per cui, si conosce l’ora dell’inizio della celebrazione e si ignora l’ora della conclusione.
Segnalo che in occasione della S. Pasqua sono riuscito a pubblicare presso l’Editrice LA RETE il libro PREGHIAMO CON GESÚ SULLA CROCE Pag.140, € 6.50. Chi fosse interessarlo può ordinarlo a:
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Via S. Alberto, 48 - 16154 Genova
Tel/Fax 010.6988929
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Questa Via Crucis è stata concepita come una traccia biblica per aiutare i fedeli a meditare e rivivere interiormente il mistero redentore della passione, morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
Un elemento di novità di questo schema è che il fedele, nel rivivere le tappe della Via Crucis, è accompagnato e sostenuto dall’ascolto interiore delle meditazioni di Cristo stesso. Si tratta cioè della proposta di percorrere l’itinerario della passione, non contemplando le soste dal punto di vista di uno spettatore, ma rivivendolo insieme a Gesù, partecipando dei sentimenti che Cristo stesso ha provato in questa esperienza in cui l’amore ed il dolore hanno toccato il vertice.
Si tratta di un cambiamento del punto di vista che consente una più profonda immedesimazione in questo momento culminante della vita di Gesù, aiutando il credente a cogliere aspetti inediti e soprattutto ad imparare, alla sequela di Gesù, come vivere ed affrontare, nella libertà dell’amore, i momenti più dolorosi della vita, facendone scaturire frutti di redenzione e salvezza.
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